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HCR-20V3 - Assessing Risk for Violence                                                                                     

Kevin S. Douglas, Stephen D. Hart, Christopher D. Webster e Henrik Belfrage

Copertina HCR-20_V3 (19x26 cm)-128px.jpg

Sintesi

Formato:
checklist semistrutturata
Età:
a partire dai 18 anni
Composizione:
20 item
Somministrazione:
individuale
Campione:
236 soggetti (190 uomini) (80.5%)  tra 20 e 81 anni; 181 ss all’interno di strutture carcerarie e 55 in REMS
Pubblicazione:

estate 2019

L’HCR-20V3 è tra gli strumenti più diffusi al mondo per la valutazione del rischio di recidiva in popolazioni carcerarie, forensi e cliniche adulte (dai 18 anni in poi). Lo strumento si basa su un modello di giudizio professionale strutturato (structured professional judgement). Il giudizio professionale strutturato è un metodo analitico che viene utilizzato per comprendere e limitare il rischio di violenza interpersonale e recidiva criminale posto dai singoli individui. Tale giudizio mantiene le basi discrezionali della valutazione clinica, ma si fonda su linee guida basate sull’evidenza per sistematizzare l’esercizio della discrezione del professionista.

Già validata e utilizzata in diversi paesi, l’HCR-20V3 si è mostrata uno strumento di misurazione per il rischio di violenza e di recidiva criminale affidabile e valido nei suoi diversi ambiti di applicazione, fornendo informazioni particolarmente utili per l’inserimento dell’individuo nel contesto detentivo, per la sua rieducazione e l’eventuale attività terapeutica che lo coinvolge, nonché per la programmazione mirata al suo reinserimento in società, quando ciò risulta possibile. La valutazione della pericolosità sociale e del rischio di recidiva criminale si basa su 20 item così ripartiti:

  • 10 fattori H (Historical) riguardano la storia clinica del soggetto nel passato
  • 5 fattori C (Clinical) riguardano la condizione clinica del soggetto nel presente
  • fattori R (Risk) riguardano i fattori di rischio futuro relativi alla condizione del soggetto.
L’HCR-20V3 rappresenta quindi uno strumento centrale per il decision making nei contesti carcerari e forensi.

Hanno realizzato il progetto di adattamento italiano:

  • Vincenzo Caretti, professore ordinario di Psicologia dinamica presso la LUMSA di Roma
  • Silvio Ciappi, docente di Criminologia cognitiva presso l’Università degli Studi di Messina
  • Adriano Schimmenti, professore associato di Psicologia dinamica presso l’Università “Kore” di Enna
  • Luca Castelletti, Dirigente Medico Psichiatra dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere di Mantova
  • Roberto Catanesi, professore ordinario di Psicopatologia forense presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università "Aldo Moro" di Bari
  • Felice Francesco Carabellese, professore associato di Psichiatria forense presso l’Università "Aldo Moro" di Bari
  • Stefano Ferracuti, professore associato di Psicologia clinica UOC di Psichiatria presso la Facoltà di Medicina e Psicologia, Sapienza Università di Roma
  • Felice Alfonso Nava, Direttore U.O. Sanità Penitenziaria presso Azienda ULSS 6 Euganea
  • Giuseppe Niccolò, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 5, nonché dello SPDC Colleferro
  • Rolando Paterniti, docente al Master di II livello in Psichiatria, psicopatologia forense e criminologia dell’Università degli Studi di Firenze
  • Gianfranco Rivellini, Dirigente Medico presso l’ASST Mantova
  • Franco Scarpa, Direttore dell’Unità Operativa Complessa “Salute in Carcere” USL Toscana Centro.